9 gen 2009

Ma Dylan ci crede?




La mente divaga, le cose cambiano ma se rimane un chiodo fisso, questo è l’amore per Dylan. Ho comprato tell tale signs ma non ho voglia di perdermi nell’ennesima recensione. Mi sono invece, casualmente imbattuto (…ma niente avviene per caso) nel “eye mind”, ovvero il simbolo di Horus che da circa una decina d’anni, il nostro caro Robertino Zimmerman , si porta sulle spalle ad ogni concerto. Ero a Milano nel 2000 quando lo vidi per la prima volta, in tutta la sua grandezza, dipinto sullo sfondo del palco. Ed è da allora che mi domando cosa rappresenti per Dylan tale simbolo. Naturalmente non mi ci sono dedicato con tutto me stesso poiché fortunatamente ho mille altre cose da fare, però dopo nove anni la curiosità, mi ha portato a scoprire cose molto interessanti sul significato del simbolo di Horus. E’ strano come questo, passi inosservato dalla maggior parte dei fans, perché per me un simbolo rappresenta sempre e necessariamente “qualcosa”. Nel caso di Dylan, personaggio ermetico, direi quasi sigillato, diventa squisitamente interessante, ipotizzare cosa rappresenti per lui… per la sua persona. Orbene: l’antico Dio egiziano Horus, non sarebbe altro che la rappresentazione del sole e di una serie di circostanze astronomiche legate ad esso, che in modo preciso, rappresentano il fondamento di moltissime religioni. Cerco di spiegarmi meglio: leggenda vuole che questo Dio sia nato il 25 Dicembre di chissà quale remoto anno. La data del 25 Dicembre coincide perfettamente con un momento astronomico molto particolare, cioè il momento dell’anno in cui il sole, smette di “girare” verso sud, per poi invertire direzione. Per fare questo occorrono tre giorni, dopo di cui il sole sembra risorgere verticalmente per poi mettersi a girare verso nord. Questa “resurrezione” avviene esattamente in prossimità della costellazione della croce. In concomitanza a tutto ciò, si aggiunga che in questo periodo le tre stelle più luminose della costellazione di Orione, denominate “i tre Re”, si ritrovano in una diagonale perfetta con la stella di Sirio e, tutte quattro insieme, puntano nella direzione esatta in cui il sole “risorge”. Ometto altri particolari, che magari qualche appassionato, potrà spiegare meglio di me, ma spero di aver sottolineato le coincidenze presenti tra questi eventi e gli eventi narrati nella religione cristiana. La cosa per me sbalorditiva è che gli stessi riferimenti sono stati presi in prestito da molte altre religioni. Basti pensare che sono almeno quattro le religioni riconosciute, che indicano la nascita del proprio Dio, nella data del 25 Dicembre. L’idea che mi sono fatto io, è che il Dylan cristiano rinato dei primi anni ottanta, sia morto e sepolto nei disastrosi anni novanta, per poi assumere una nuova e definitiva consapevolezza, consacrata l’11 Settembre del 2001 (religione, terrorismo… coincidenze che Dylan sembra conoscere meglio di tutti) con la pubblicazione dell’oscuro e geniale album “love and theft”. E’ proprio in quel periodo che le canzoni di Dylan cominciano ad essere impregnate di rassegnazione e pessimismo, è proprio in quel periodo che la sua voce si fa tenebrosa e rauca più che mai ed è proprio in quel periodo che i suoi concerti cominciano a somigliarsi fino alla noia. Soprattutto per quanto concerne il sound, la scenografia e l’abbigliamento che io oserei definire “spettrali”. In sintesi: credo che Dylan non creda più. O almeno ci creda in modo diverso. Chi ha orecchio per intendere intenda. La cosa meravigliosa è che in qualche modo Dylan ce l’ha voluto far sapere mostrandoci ad ogni concerto l’occhio vigile di Horus.

17 giu 2008

Bugo - C'è crisi



C'è crisi, poco ma sicuro. Appena senti qualcosa di bello alla radio ti sorge il dubbio che sia la cover di una vecchia hit. Non è il caso di Bugo che con la sua "c'è crisi" sfodera originalità e grinta. Resta il fatto che sentendola a 130 all'ora in autostrada ho creduto di ascoltare un inedito di Rino Gaetano. Una volta a casa l'ho cercato su youtube.Non ricordavo il nome. Drugo, dugo, Bugo! Non male. Un pò di freschezza nell'ambito del rock alternativo. Parlando di rock italiano questo è quanto...bisogna accontentarsi. Sempre meglio della Nannini che per tirar su due
lire canta con fabri fibra, o come cz si chiama, che siamo tutti sfigati perchè siamo nati e siamo morti in italia.
In Italia ogni tanto mi fa piacere sentire una voce incazzata come quella di Bugo che canta di crisi e ti fà venire voglia di combatterla. Invece se senti la nannini, fabri fibra o vasco rossi...ti tagli le vene! In italia succede anche che un povero diavolo come Bugo non possa cantare dal vivo, se tre cafoni decidono che non è serata. In italia è stata ripresa questa clip,dove per l'appunto, Bugo ha scelto "spontaneamente" di interrompere un concerto onde evitare di essere pestato da tre ignobili teste di minkia.



Quindi la crisi c'è
...ma è sempre la stessa crisi che Ivano Fossati cantava già trent'anni fà. La canzone s'intitolava "la crisi", l'album era il mitico "la mia banda suona il rock". Era il 1979! Ma sembra scritta..domani!



McTell

8 giu 2008

Inside Bob


In effetti non è roba da tutti i giorni poter dare un'occhiata nella testa di Mr. Dylan. Anzi è proprio una figata. Vanity fair l'ha fatto in modo originale, catalogando tutti i dati possibili che si sono potuti estrapolare dalle trasmissioni radiofoniche di Bob Dylan su XM radio. Si parla dei Themes time radio hour. Se si dà per scontato che le canzoni scelte da dylan e tutti gli artisti da lui citati, sono effettivamente quelli che lui preferisce beh allora si possono fare delle classifiche interessanti.
Sul gradino più basso del podio a pari merito: Bob Wills & His Texas Playboys, Louis Armstrong e Van Morrison. Al secondo posto tra i cantanti, troviamo a pari merito Tom Waits e Dinah Washington. Palma d'oro, con nove brani mandati in onda da dylan-dj:GEORGE JONES! Un'icona del country western. Old american style... Si insomma, come si vocifera su maggiesfarm.it, appare evidente che Dylan è innamorato di un'america che non è quella dei nostri giorni. Il Dylan-Dj vive nell'america degli anni cinquanta o giù di lì. L'ultimo "modern times", il sound swing dei suoi concerti e adesso anche la sua scaletta radiofonica, tutto parla dell'america gloriosa. Limite temporale: l'immediato dopoguerra. Gli ultimi cinquant'anni musicali (1948-2008) dylan, non li caga nemmeno di striscio. O almeno sembra farne mistero, a parte una spiccata ammirazione per Tom Waits e pochi altri. Comunque i theme times radio hour hanno avuto fin dall'inizio, un'impronta volutamente retrò. Immaginando un dylan-dj in carriera, non è difficile prevedere un themes times tutto anni 70, magari in un'ondata di revival tra una mezza decade. Ormai penso a dylan come ad un Highlander! Tutte le altre statistiche, sinceramente mi annoiano, ma si possono trovare qui:

http://www.vanityfair.com/ontheweb/blogs/daily/2008/04/dylan.html

Da dieci anni a questa parte i suoi live non piacciono a un sacco di persone, me compreso. Per una buona parte di tutti quelli che hanno la presunzione di conoscerlo, me compreso, è inspiegabile come Bob Dylan non si renda conto del sound schifoso che le sue esibizioni vanno ostentando serata dopo serata. Sarà che l'amo, ma mi piace pensare che lo faccia apposta. Che la sua sia una manifestazione di ribellione verso tutti. Solo contro il male...Superdylan! Ci siamo anche abituati ai suoi pantaloni di raso con la banda nera e ai suoi stelton. Un costume. Un Super eroe. Comunque un inguaribile ribelle. Io lo vedo così. Resta il fatto che tra poco sarà in Italia...Dubbio amletico. Pagare il biglietto per restare delusi, o mettere su un etto, poltrendo sul divano? Io metterò su un paio d'etti ascoltandomi qualche bootleg anni settanta.

McTell

29 mag 2008

Dylan a colori


Mmm....ecco l'occasione per carpire qualcosa dall'anima di Dylan. Uno dei suoi disegni! Il tratto della sua matita è vivo, frenetico e riflessivo al tempo stesso. Il testone del soggetto in primo piano è pieno di cielo. E' pieno di quell'azzurro freddo che riempie il cielo visto da un aereo; pare persino di vedere qualche nuvola. Prende forma l'idea che il soggetto sia un musicista in procinto di partire, o appena tornato. Oppure la testa del musicista è azzurra e vuota per mere esigenze di correzione. Gli occhi sono una parte ostica per un disegnatore. Esprimono tutta la persona ed è facile sbagliarli. Gli saranno venuti male e in fase di colorazione (sembra essere una gauche) ha deciso di riempire tutto con il ceruleo e il bianco, creando ad arte una compensazione cromatica d'insieme perfetta. Inoltre il viso vuoto permette di fantasticare sull'identità dando origine a mille interpretazioni differenti. Esattamente come con le sue canzoni. La chitarra è inequivocabilmente un'acustica. La parte di manico/tastiera visibile è strozzata al centro, come in un disegno cubista. Tutti gli elementi del disegno hanno una geometria sghemba ma la prospettiva è perfetta. Il punto di osservazione è particolare. Posso immaginare Dylan sdraiato su una specie di letto a castello, intento a ritrarre un suo musicista compagno di camera.

Mmm no ...forse è una foto fatta al volo con il braccio alzato e forse dylan la sta copiando dal suo telefonino nella solitudine del suo camper, durante un tour. Comunque, è affascinante immaginare Dylan impegnato in tutto questo.
Bah. ... andiamo oltre: fuori dalla finestra è visibile un edificio che somiglia ad un tempio greco. Qui le linee mi ricordano Matisse.
I colori mi ricordano Matisse.
Nella parte alta del disegno Dylan dimostra una padronanza cromatica non indifferente. Accosta con azzardo il giallo limone delle pareti interne al rosa quasi shocking del cielo. Azzarda e vince, perchè il tutto nell'insieme è gradevolissimo. Anche perchè ai lati del disegno Dylan compensa i toni caldi del cielo con il verde della parete di sinistra e l'azzurro freddo della tenda sempre a destra. Tanto di cappello quindi, al senso del colore di Mr. Dylan. Frugando nei dettagli ci si potrebbe scrivere un libro: l'oggetto sulla cassapanca arancione, l'oggetto nero sopra la finestra, l'oggetto visibile per metà nella camera a sinistra. Cosa sono?Quello nella camera a sinistra potrebbe sembrare un banco di scuola e se si guarda bene fuori da quella finestra sembra di vedere il busto di un bimbo con una maglia blù. Una scuola? L'oggetto nero sulla finestra a destra? Una radio? O una macchina parcheggiata da basso e pronta per ripartire? Poco importa...come nelle sue canzoni. Chi se ne frega di cosa vuole rappresentare esattamente lui. Con quella linea. O con quella frase. Nessun grande artista si è mai preoccupato di comunicare un messaggio univoco, tantomeno il maestro. Piuttosto, rendendo pubblici i suoi disegni, si sarà preoccupato di innescare emozioni nell'osservatore. In questo caso, almeno con me Mr. Dylan ha centrato l'obiettivo.
McTell

23 mag 2008

Anime Salve



De Andrè come tanti altri maestri sarà sempre attuale, le sue verità non conoscono tempo. Così mentre napoli brucia e gli altri danno la caccia ai rom, non farebbe male riascoltarsi anime salve di F. De Andrè e magari rifletterci un pò:

Il titolo dell'album si rifà all'etimo delle due parole, "anima" e "salvo", e vuole mantenerne il significato originario di "spirito solitario". Nel verso "mi sono visto di spalle che partivo" della canzone omonima già si accenna al rifiuto della identità anagrafica, cioè del personaggio costruito da una autorità che vuole imporre a ciascuno di stare al mondo o al proprio posto; la solitudine, che in questo caso consiste in una scelta autonoma, consente di non stare nel mucchio: la sola condizione idonea a non essere contaminati da passioni di parte è uno stato di tranquillità dell'animo che permette di abbandonarsi all'assoluto, alle sue immagini e alle sue voci, interiori ed esterne, senza marchi posticci.
Doriano Fasoli, Fabrizio De André. Passaggi di tempo, p. 74

18 mag 2008

Peter Bialobrzeski


Peter Bialobrzeski, artista tedesco, fotografa un mondo ipermoderno ai limiti del fantascientifico, fatto di neon, maxi-ponti e palazzi che sfiorano e mordono l’atmosfera terrestre. Luci sognanti e deliziosi colori sembrano dipinti in questi scatti realizzati in momenti del giorno selezionati con cura a seconda del tipo di suggestione luminosa.
Curioso dettaglio, gli espositori dotati di pannelli solari, che permettono di ammirare le foto anche nelle ore notturne. E’ bello notare che sempre più istituzioni sono attente all’impatto ambientale.


Visibile alla mostra “Tigridiluce”, visibile dal 17 maggio al Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello

15 mag 2008

Tom Waits - Hold On



Quando tutto và male e per caso decido di ascoltare lo zio Tom, allora capisco che c'è qualcuno che se la passa peggio di me. Il vecchio Tom mi trascina puntualmente nei meandri della sua cantina. Con la sua voce ubriaca e quella faccia che trasmette un messaggio solo: "fregatene". Così me ne frego e vado a letto tranquillo. Notte!

McTell